Laboratorio Universitario di Pedagogia dell'Antimafia "Giuseppe Di Vittorio"
Mentre gli italiani vivono le restrizioni del lockdown, decine di superboss di Cosa nostra, camorra e 'ndrangheta al 41 bis escono dal carcere.
L'ultimo in ordine temporale ad essere collocato ai domiciliari è Pasquale Zagaria, detto Bin Laden, mente economica del clan di camorra dei Casalesi. Prima di lui, Bonura, Iannazzo, Sansone, Filippone (e altri ancora), boss ai vertici della mafia siciliana e calabrese. Dura presa di posizione dell'associazione antimafia Libera e del movimento delle Agende Rosse di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo. Netti giudizi di condanna sono stati espressi anche dal Procuratore nazionale antimafia, Cafiero de Raho, e dal Presidente della prima sezione del CSM, Sebastiano Ardita. Forte anche la denuncia di Giovanni Montinaro, figlio di Antonio, caposcorta del giudice Falcone, uccisi entrambi a Capaci nel 1992. Nel corso della puntata, la redazione di Calabria news 24 ha intervistato sul tema Angela Napoli, già componente della Commissione parlamentare antimafia. Questa trasmissione è dedicata alle vittime delle mafie e ai loro familiari. I morti non possono parlare. Sono gli unici davvero condannati all'ergastolo, così come gli affetti che hanno lasciato nel dolore dell'assenza. Ed è per tutti loro che chiediamo al governo di fermare questa inaccettabile scarcerazione di detenuti mafiosi al 41bis.
A raccontare la verità sulle scarcerazioni di centinaia di mafiosi e trafficanti di droga durante l'emergenza covid-19 è il quotidiano la Repubblica che porta all'attenzione del Paese i numeri della questione: sono 376 i detenuti collocati agli arresti domiciliari.
67 boss mafiosi a Napoli, 61 a Palermo e 44 a Roma. Segue Catanzaro con 41 scarcerazioni, Milano con 38 e Torino con 16. Tra questi figura Francesco Bonura, uomo di fiducia di Bernardo Provenzano, ma anche Antonino Sacco, erede dei fratelli Graviano (autori delle stragi del 1992 e del 1993). Tra gli altri 376 nomi spicca Gino Bontempo, uno dei padrini della mafia dei pascoli che fino a pochi mesi fa dettava legge sui Nebrodi, e Francesco Ventrici, uno dei più importanti broker del traffico internazionale di cocaina. E ovviamente non dimentichiamo Pasquale Zagaria, che così come Francesco Bonura e anche Vincenzo Iannazzo, stava scontando il regime di reclusione nel 41 bis. Menzione particolare in questa vicenda merita anche la scarcerazione di Franco Cataldo, condannato all'ergastolo per l'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino, strangolato e sciolto nell'acido per indurre il padre a ritrattare le sue dichiarazioni.
Salvo Palazzolo su Repubblica ci spiega che per 63 detenuti in Alta Sicurezza gli arresti domiciliari sono stati sollecitati dai direttori del carcere, in conformità alla circolare del DAP del 21 marzo, capolavoro (per i clan) dell'ex-direttore Basentini, dopo le rivolte carcerarie di inizio mese. Dopo l'ennesima scarcerazione, il ministro Bonafede fa sapere che sta lavorando a una norma per "riportarli dentro". In attesa di sapere secondo quale valutazione tecnica e politica Bonafede abbia scelto il dott. Basentini per guidare il DAP, ribadiamo la nostra fiducia e stima nel dott. Di Matteo senza se e senza ma.
https://www.tpi.it/cronaca/boss-scarcerati-498-numeri-veri-esclusivo-tpi-20200509599373/
https://www.repubblica.it/politica/2020/05/10/news/carceri_decreto_bonafede_pd-256225889/
Il retroscena svelato dal magistrato Nino Di Matteo "Avevo deciso di accettare la nomina a capo del DAP ma poi il Ministro mi disse...".
La contestata circolare del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria datata 21 marzo 2020. Il documento è temporalmente successivo alla rivolta scoppiata negli istituti di pena dal 7 al 9 marzo. Nel link l'analisi sul tema di Fan Page e il Fatto Quotidiano: